sabato 6 ottobre 2012

Il Demone dentro

Fantastico Mondo dei Mille Colori

         Sono in sella al mio destriero, lanciato al galoppo attraverso la campagna del Fantastico Mondo. Risplende al sole del primo mattino la mia lucente armatura di acciaio bianco. Sul petto, all'altezza del cuore, brillano dei lapislazzuli incastonati nella cotta di maglia, lucenti stelle della notte più scura. Il vento mi scompiglia i lunghi capelli corvini e io godo della fresca brezza mattutina, del tiepido calore dei raggi solari e della fiamma della Fede che mi arde nel cuore.
         Sono in viaggio per sgominare il Male, una volta per tutte. Il Male più oscuro e crudele, e proprio per questo il più difficile da individuare. I suoi infidi servitori sono ovunque, camuffati da pigri contadini o da ricchi e viscidi mercanti, da onesti fabbri o da sensuali cortigiane. Il Male divora, il Male corrompe i cuori e amplia le sue schiere ogni giorno che passa. Più di tutto, il Male consuma e fa consumare. Costringe ad aver bisogno di cose di cui non abbiamo bisogno. Consuma la vita e consuma la morte, corrode i valori, mette in vendita le lacrime, tratta e commercia in ricordi, si nutre di sorrisi di bambini e grida di madri. Il Male è nel denaro, nelle catene dei mutui bancari e nelle speculazioni dell'alta finanza. Il Male è nella politica, negli intrighi di corte, nel servilismo dei ministri e dei senatori. Il Male persegue uno e un unico scopo: l'asservimento totale dell'uomo alle sue regole di mercato. La schiavitù definitiva.
         Solo l'Ordine dei Bianchi Cavalieri si oppone al dilagare infestante del Male. Da cinquecento anni i miei confratelli si scontrano contro le orde oscure e le ricacciano nelle nascoste profondità da cui provengono. Da cinquecento anni il Nero Ventre del Male vomita sulla terra le sue abominevoli armate, facendo strage di innocenti.
         Oggi è il giorno. Il giorno del mio Sacrificio. Arriva un momento in cui ogni Bianco Cavaliere capisce che è giunto il giorno di immolare la propria vita per la Causa: esso parte per un lungo e periglioso viaggio da cui il ritorno è solo una remota possibilità. Ma il mio cuore è sereno e la mia mente è lucida. La lama nel fodero brama sangue del Nemico e i miei muscoli sono saldi e pronti a scattare per affrontare ogni sfida.
         Proseguo il mio galoppo senza senso e senza meta e il paesaggio intorno a me muta. Tutti sanno che il Male non ha fortezza, non ha regno. Il Male alberga ovunque e soprattutto nel cuore umano. Cercarlo in un luogo fisico è follia, il Male si manifesta solo quando desidera, tutto ciò che posso fare è attendere la sua comparsa. E così attraverso i Gialli Campi e resto abbagliato dagli enormi girasoli torreggianti, costeggio il Mare dalle Acque Purpuree, mi inoltro nella Foresta delle Nere Spine. Tempro la mia spada sulle gelide vette dei Ghiacciai Violacei e ridiscendo verso il Fiume della bollente Lava Arancio. Disseto la mia sete alla Verde Fonte e tingo il mio mantello nel Lago del Rosso Eterno. Viaggio per giorni che diventano mesi che diventano anni. Non so per quanto il Male abbia atteso il momento propizio, instillando il dubbio nel mio cuore. Il folle desiderio di abbandonare la Missione, la falsa consapevolezza di star perseguendo una Strada senza via d'uscita, una Caccia senza preda né predatore. Viaggio così a lungo da dimenticare persino il mio nome e da smarrire ogni coscienza di me al di fuori della mia Sacra Ricerca.
         Quando finalmente incontro le sue avanguardie il mio corpo è fiacco e il mio spirito debole. L'Inferno mi vomita addosso mostruosi Troll dalle Quattro Braccia e decine di minuscoli Spiriti Assassini. Impugno Asuril, la fedele Lancia del Vigore, e faccio strage di nemici. Mi si avventano contro Elfi Corrotti e formose Succubi... ma io non ho pietà di loro e bagno col loro sangue la mia lama grondante. Vengo assalito da creature di ogni foggia: talune cercano di blandirmi, altre di colpirmi alle spalle. Altre ancora tentano brutalmente di schiacciarmi come un insetto. Forte è la mia Fede e non risparmio alcun nemico perchè brilla in me la Luce della Verità. La mia bianca armatura viene macchiata dal sangue policromatico dei mostri mentre rifulgono sul mio cuore le perle color cobalto. Ma più ne elimino e più sembrano non finire mai, orrido simulacro della lotta di Ercole contro l'Idra. Il mio corpo viene ferito innumerevoli volte, la mia anima fustigata. Asuril viene spezzata e così tutte le mie armi benedette e consacrate.
         Sono circondato dal Nemico, senza alcuna via di fuga, e sono sul punto di cedere e raccomandare la mia anima alle Alte Stelle. Sono certo che morirò proprio lì, in quel punto, e che niente potrà cambiare questo fatto. Quando ecco spalancarsi la coltre di nubi che offuscava il cielo ed apparire Lui, l'Angelo, il messaggero di Speranza, l'araldo della Libertà e della Giustizia. Il suo volto non ha volto, i biondi capelli incorniciano un viso senza età e senza espressione. Egli non è composto di materia eppure sprigiona forza intorno a sé come un Guerriero di Luce. Lo guardo e lo adoro. Lo guardo e ogni fibra del mio essere lo ama. Lui mi consegna la Spada Alfa, artefatto mistico di ignota provenienza, capace di creare e di distruggere, sorgente di un potere quasi divino. La mia mano si poggia appena sull'elsa e un'improvvisa onda d'urto si diffonde attorno a me spazzando a terra le orde immonde che mi circondavano. Nuova vitalità e rinnovato coraggio si diffondono nelle mie vene.
         Il Male trema. Capisce che non mi fermerò finché non l'avrò spazzato via dal Fantastico Mondo per l'eternità. Così mi invia contro l'ultimo avversario. Il Demone dalle Cento Code, l'avatar fisico del Male stesso, gigante fatto di fiamme e scaglie, di vapore e metallo.
Questi mi fissa col suo sguardo di fuoco e io ricambio con la fierezza di un vero Bianco Cavaliere. Accanto a me l'Angelo svetta e brillando tiene il braccio teso e l'indice puntato verso l'oscura creatura che mi si staglia di fronte. Il Demone ruggisce fuori il suo disprezzo e la sua ira.
Io brandisco la Spada Alfa e carico.

         Mi sveglio di soprassalto e mi tiro su a sedere. Il letto è fradicio del mio sudore, io stesso sono zuppo. Ma sto bene. Ora sto bene. Dalla poltrona accanto mi fissa il mio fidato amico, Buddy, obeso e geniale come pochi stronzi al mondo. Mi fissa col suo sorriso sardonico di sempre, mentre fuma la sua solita canna d'erba.
         - Cazzo, amico. Stavolta devi esserti fatto un viaggio di cristo -

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