Sono in sella al mio destriero,
lanciato al galoppo attraverso la campagna del Fantastico Mondo.
Risplende al sole del primo mattino la mia lucente armatura di
acciaio bianco. Sul petto, all'altezza del cuore, brillano dei
lapislazzuli incastonati nella cotta di maglia, lucenti stelle della
notte più scura. Il vento mi scompiglia i lunghi capelli
corvini e io godo della fresca brezza mattutina, del tiepido calore
dei raggi solari e della fiamma della Fede che mi arde nel cuore.
Sono in viaggio per sgominare il
Male, una volta per tutte. Il Male più oscuro e crudele, e
proprio per questo il più difficile da individuare. I suoi
infidi servitori sono ovunque, camuffati da pigri contadini o da
ricchi e viscidi mercanti, da onesti fabbri o da sensuali cortigiane.
Il Male divora, il Male corrompe i cuori e amplia le sue schiere ogni
giorno che passa. Più di tutto, il Male consuma e fa
consumare. Costringe ad aver bisogno di cose di cui non abbiamo
bisogno. Consuma la vita e consuma la morte, corrode i valori, mette
in vendita le lacrime, tratta e commercia in ricordi, si nutre di
sorrisi di bambini e grida di madri. Il Male è nel denaro,
nelle catene dei mutui bancari e nelle speculazioni dell'alta
finanza. Il Male è nella politica, negli intrighi di corte,
nel servilismo dei ministri e dei senatori. Il Male persegue uno e un
unico scopo: l'asservimento totale dell'uomo alle sue regole di
mercato. La schiavitù definitiva.
Solo l'Ordine dei Bianchi
Cavalieri si oppone al dilagare infestante del Male. Da cinquecento
anni i miei confratelli si scontrano contro le orde oscure e le
ricacciano nelle nascoste profondità da cui provengono. Da
cinquecento anni il Nero Ventre del Male vomita sulla terra le sue
abominevoli armate, facendo strage di innocenti.
Oggi è il giorno. Il
giorno del mio Sacrificio. Arriva un momento in cui ogni Bianco
Cavaliere capisce che è giunto il giorno di immolare la
propria vita per la Causa: esso parte per un lungo e periglioso
viaggio da cui il ritorno è solo una remota possibilità.
Ma il mio cuore è sereno e la mia mente è lucida. La
lama nel fodero brama sangue del Nemico e i miei muscoli sono saldi e
pronti a scattare per affrontare ogni sfida.
Proseguo il mio galoppo senza
senso e senza meta e il paesaggio intorno a me muta. Tutti sanno che
il Male non ha fortezza, non ha regno. Il Male alberga ovunque e
soprattutto nel cuore umano. Cercarlo in un luogo fisico è
follia, il Male si manifesta solo quando desidera, tutto ciò
che posso fare è attendere la sua comparsa. E così
attraverso i Gialli Campi e resto abbagliato dagli enormi girasoli
torreggianti, costeggio il Mare dalle Acque Purpuree, mi inoltro
nella Foresta delle Nere Spine. Tempro la mia spada sulle gelide
vette dei Ghiacciai Violacei e ridiscendo verso il Fiume della
bollente Lava Arancio. Disseto la mia sete alla Verde Fonte e tingo
il mio mantello nel Lago del Rosso Eterno. Viaggio per giorni che
diventano mesi che diventano anni. Non so per quanto il Male abbia
atteso il momento propizio, instillando il dubbio nel mio cuore. Il
folle desiderio di abbandonare la Missione, la falsa consapevolezza
di star perseguendo una Strada senza via d'uscita, una Caccia senza
preda né predatore. Viaggio così a lungo da dimenticare
persino il mio nome e da smarrire ogni coscienza di me al di fuori
della mia Sacra Ricerca.
Quando finalmente incontro le sue
avanguardie il mio corpo è fiacco e il mio spirito debole.
L'Inferno mi vomita addosso mostruosi Troll dalle Quattro Braccia e
decine di minuscoli Spiriti Assassini. Impugno Asuril, la fedele
Lancia del Vigore, e faccio strage di nemici. Mi si avventano contro
Elfi Corrotti e formose Succubi... ma io non ho pietà di loro
e bagno col loro sangue la mia lama grondante. Vengo assalito da
creature di ogni foggia: talune cercano di blandirmi, altre di
colpirmi alle spalle. Altre ancora tentano brutalmente di
schiacciarmi come un insetto. Forte è la mia Fede e non
risparmio alcun nemico perchè brilla in me la Luce della
Verità. La mia bianca armatura viene macchiata dal sangue
policromatico dei mostri mentre rifulgono sul mio cuore le perle
color cobalto. Ma più ne elimino e più sembrano non
finire mai, orrido simulacro della lotta di Ercole contro l'Idra. Il
mio corpo viene ferito innumerevoli volte, la mia anima fustigata.
Asuril viene spezzata e così tutte le mie armi benedette e
consacrate.
Sono circondato dal Nemico, senza
alcuna via di fuga, e sono sul punto di cedere e raccomandare la mia
anima alle Alte Stelle. Sono certo che morirò proprio lì,
in quel punto, e che niente potrà cambiare questo fatto.
Quando ecco spalancarsi la coltre di nubi che offuscava il cielo ed
apparire Lui, l'Angelo, il messaggero di Speranza, l'araldo della
Libertà e della Giustizia. Il suo volto non ha volto, i biondi
capelli incorniciano un viso senza età e senza espressione.
Egli non è composto di materia eppure sprigiona forza intorno
a sé come un Guerriero di Luce. Lo guardo e lo adoro. Lo
guardo e ogni fibra del mio essere lo ama. Lui mi consegna la Spada
Alfa, artefatto mistico di ignota provenienza, capace di creare e di
distruggere, sorgente di un potere quasi divino. La mia mano si
poggia appena sull'elsa e un'improvvisa onda d'urto si diffonde
attorno a me spazzando a terra le orde immonde che mi circondavano.
Nuova vitalità e rinnovato coraggio si diffondono nelle mie
vene.
Il Male trema. Capisce che non mi
fermerò finché non l'avrò spazzato via dal
Fantastico Mondo per l'eternità. Così mi invia contro
l'ultimo avversario. Il Demone dalle Cento Code, l'avatar fisico del
Male stesso, gigante fatto di fiamme e scaglie, di vapore e metallo.
Questi mi fissa col suo sguardo
di fuoco e io ricambio con la fierezza di un vero Bianco Cavaliere.
Accanto a me l'Angelo svetta e brillando tiene il braccio teso e
l'indice puntato verso l'oscura creatura che mi si staglia di fronte.
Il Demone ruggisce fuori il suo disprezzo e la sua ira.
Io brandisco la Spada Alfa e
carico.
Mi sveglio di soprassalto e mi
tiro su a sedere. Il letto è fradicio del mio sudore, io
stesso sono zuppo. Ma sto bene. Ora sto bene. Dalla poltrona accanto
mi fissa il mio fidato amico, Buddy, obeso e geniale come pochi
stronzi al mondo. Mi fissa col suo sorriso sardonico di sempre,
mentre fuma la sua solita canna d'erba.
- Cazzo, amico. Stavolta devi
esserti fatto un viaggio di cristo -
Nessun commento:
Posta un commento